lunedì 9 novembre 2009

solo i crocifissi? e perchè non il Natale?

La sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ordina all'Italia di staccare i crocifissi dalle classi è un passo in avanti verso l'affermazione della laicità dello Stato. Finalmente si pone un freno alla violazione della libertà religiosa e della libertà di non professare alcuna religione.

Però, e mi stupisce che una Bonino, un Rodotà o un Odifreddi, oggi non ne parlino, è chiaro che siamo ancora all'alba.

Questa sentenza non basta. È una goccia nel mare e impone a tutti di affrontare una volta e per tutte problemi seri e improcrastinabili.

Il Natale, per esempio. Come si può nel 2009 continuare a vessare bambini e adulti imponendo loro come festività collettiva una festività religiosa? Non basta certo vietare il presepe nelle scuole, come già qualche solerte preside ha fatto. È ora di abrogare questa festa. Se la festeggino i cristiani a casa loro.

Se poi vogliamo salvaguardare il diritto alle ferie di tutti, allora per lo meno cambiamole il nome in “Giornata transnazionale dello scambio dei doni”. Qualcuno in Europa si muova.

Più complicato sarà salvare l'8 dicembre. Quel giorno, io, cristiano, cattolico, apostolico romano farò festa. Ma trovo che sia umiliante per tutti i non credenti, per i credenti non cristiani e per gli stessi cristiani non cattolici che non credono nel dogma, recente e controverso dell'Immacolata concezione di Maria.

Trovo che sia giusto, a quel punto, che l'8 dicembre, quanti non professano la religione cattlica se ne vadano a lavorare, senza patire l'umiliazione di una vacanza che ferisce il loro senso di laicità.

A meno che non si voglia salvare in extremis la giornata di vacanza, cambiando però l'intitolazione della festa con qualcosa di laico, aconfessionale e politicamente corretto.

Per esempio, l'8 dicembre potrebbe essere la festa dei culi sodi.

E c'è ancora la spinosa questione della domenica. Continuare a imporre a tutti il riposo settimanale nel giorno della resurrezione di Gesù Cristo, un fatto metastorico senza alcun fondamento scientifico, è un'umiliazione per ogni spirito libero che non si può più tollerare.

Perchè non riposarsi i venerdì, come i musulmani? O il sabato come i fratelli ebrei? O un giorno a cazzo di cane quando uno ne ha voglia, come sarebbe giusto? E se proprio vogliamo convenzionalmente mantenere il riposo nel settimo giorno, potremmo almeno cambiargli nome, togliendo quel riferimento al “giorno del Signore” che, per citare la Corte europea, è “fastidioso per quelli che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose o sono atei”.

Si potrebbe mutuare dalle lingue germaniche la dicitura di “Giorno del Sole”. O magari, visto che la domenica è importante per lo più perchè si gioca a calcio, lo si potrebbe chiamare “Pallonio”, per esempio.

Venerdì, sabato e pallonio non suona male, in effetti.

Insomma, c'è ancora tanto da fare.

E lo sa bene Soile Lautsi Albertin, cittadina italiana originaria della Finlandia che ha presentato il ricorso alla Corte di Strasburgo.

Già, la Finlandia. Che fa parte dell'Unione europea. E che la croce la espone addirittura nella bandiera.

È ora che finnici, svedesi, danesi, greci facciano sentire la propria voce contro questa palese violazione della laicità: una croce addirittura nella bandiera nazionale. Dai sessanta milioni di britanni, poi, che devono sopportare niente meno che una triplice croce nel proprio vessillo nazionale, è lecito aspettarsi un'insurrezione popolare.

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