martedì 30 giugno 2009


Dopo il post di ieri ho ripensato ad Oriana Fallaci e mi è tornata in mente una bellissima lettera che, ormai nel 2005, Magdi Allam le scrisse dedicandole un capitolo del suo libro "Vincere la paura". Da allora le cose nella vita di Allam sono un pò cambiate: si è convertito al cattolicesimo, assumendo il nome di Cristiano, ed è stato eletto deputato europeo alle recenti elezioni di giugno. Vorrei segnalarvi il suo primo intervento a Bruxelles. E' un breve intervento avvenuto nella sezione plenaria del Ppe dopo aver ascoltato per due ore gli interventi del presidente Joseph Daul e degli europarlamentari popolari, perlopiù incentrati o sui rapporti politici con gli altri gruppi parlamentari in vista della probabile riconferma del presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso o sui temi economici. Eccovi li testo:


"Mi chiamo Magdi Cristiano Allam. Questo è il mio esordio in politica che non a caso avviene nel Parlamento Europeo, dopo 35 anni di professione giornalistica. Sono convinto che per riformare il modello di sviluppo finanziario ed economico che attraversa una crisi strutturale a livello mondiale e il modello di convivenza civile che in Europa ha fallito nel garantire la sicurezza ai cittadini e nel favorire l’integrazione, l’Europa deve innanzitutto riscoprire un’anima, che si fondi di valori condivisi e di una identità forte. Perché se non sappiamo chi siamo non sapremo mai il percorso da intraprendere e la meta da perseguire.Ecco perché mi auguro di cuore che in seno al Ppe si abbia la consapevolezza e il coraggio di mettere al centro del nostro dibattito, di affermare e difendere i temi della verità storica delle radici giudaico-cristiane della civiltà dell’Europa; della sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale; della centralità della famiglia naturale nella costruzione sociale; del sostegno alla natalità in un’Europa votata al suicidio demografico; di un’educazione che dia ai nostri figli un buon livello di conoscenza unitamente a dei valori solidi e alla capacità di inserirsi nel mondo del lavoro come costruttori di una società migliore; del diritto-dovere della società ad un’informazione che sia corretta e responsabile.Solo su queste basi l’Europa potrà rapportarsi con il mondo esterno con la schiena dritta e a testa alta, senza essere costretta a svendere i propri valori in cambio del petrolio, del gas e del denaro. Mi auguro di cuore che saremo capaci di promuovere dei parametri qualitativi e di investire nella dimensione dell’essere per poter dare una risposta saggia e lungimirante alla crisi dei parametri quantitativi e alla dimensione dell’avere”.Cari amici, è con gioia che da oggi condividerò le mie emozioni, il mio impegno, la mia fede e i risultati di questa scelta di vita che concepisco come una vocazione e porto avanti come una missione. Dico a tutti voi, persone di buona volontà, “Salviamo l’Europa!”. Facciamolo insieme, ciascuno nel proprio ambito e con i propri mezzi. Salviamo l’Europa dalla deriva del relativismo, del nichilismo, del laicismo, del buonismo, dell’islamicamente corretto, del soggettivismo giuridico, del multiculturalismo.Il compito che ci attende è immane, la sfida che abbiamo dinnanzi è storica. L’ho compreso poco dopo aver messo piede nella sede del Parlamento Europeo qui a Bruxelles, martedì 22 giugno. Alle ore 15 ho partecipato all’elezione del presidente e dei vice-presidenti del gruppo parlamentare del Ppe. Mi ha lasciato perplesso che il presidente del gruppo parlamentare del Ppe, Joseph Daul, sia stato l’unico candidato e che la sua elezione si sia risolta in un plebiscito che rievoca la realtà dei regimi autocratici. La medesima percezione l’ho avuta nella elezione dei 10 vice-presidenti del Ppe su 11 candidati, con una lista che di fatto era bloccata. Questo aspetto formale della democrazia interna non è probabilmente disgiunto dalla crisi dei valori e dell’identità dell’Europa. Sono certo che all’interno del Parlamento ci sono persone di buona volontà e che insieme a loro porterò avanti una missione comune.Cari amici, andiamo avanti insieme per realizzare un’Europa Cristiana Libera di Verità e Libertà, Fede e Ragione, Valori e Regole.

Noi siamo i Protagonisti e ce la faremo!"

lunedì 29 giugno 2009

Calderoli: Diamoci un TAGLIO!

Buone notizie dal Sole 24 ore, che ha condotto una indagine sugli effetti del progetto del ministero della Semplificazione di tagliare e abolire tutta una serie di enti, consorzi ed enti intermedi.

Secondo il quotidiano economico, Comunità montane, ambiti territoriali e vari altri consorzi verranno eliminati, riportando tutte le funzioni e le competenze agli enti previsti dalla Costituzione: Regioni, Province, Comuni. Per effetto di questa sforbiciata dovrebbero sparire circa 3 mila organismi non indispensabili, seguiti a ruota da 25 - 30 mila posti da presidente, consigliere o rappresentante dei comuni consorziati.

La bozza di Semplificazione prevede anche il quasi dimezzamento del numero dei componenti di consigli e giunte locali e la cancellazione di quasi il 90% dei componenti dei consigli di quartiere: 86 mila politici locali in meno.
C'è chi parla e c'è chi fa!

fonte

Buon Compleanno Oriana - Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006

domenica 28 giugno 2009

Le scomode verità del grande regista di “Katyn”


Sarebbe consigliato andare a vedere un film uscito in Italia da pochi mesi: Katyn, del regista polacco Andrzey Wajda. In verità non è facilissimo perchè in Italia è infatti uscito in sole 12 copie quasi per una sorta di boicottaggio culturale. E così nella nostra Italia, dove qualsiasi spazzatura può essere trasmessa, l'unico film che di fatto viene censurato è un'autentica testimonianza di una "grossa fetta di storia" che qualcuno vorrebbe ancora far passare sotto silenzio. Katyn in qausi 117 minuti intensi, trepidanti, drammatici, quasi un pugno nello stomaco, ha evidenziato, senza distorsioni, la follia ideologica dei due totalitarismi del '900: il socialcomunismo staliniano e il nazionalsocialismo hitleriano. Wajda rievoca la strage di 22000 ufficiali dell'esercito polacco (fra cui suo padre) uccisi dalla polizia sovietica il 5 marzo 1940 nella foresta di Katyn, in Russia. L'occidente fu silente, incapace di denunciare la responsabilità di Stalin, divenuto nel frattempo un indispensabile alleato contro la Germania nazista. Solo nel 1992 il presidente russo Eltsin, consegnando alla Polonia i documenti che attestavano la piena responsabilità sovietica nel massacro di Katyn disse: "Perdonateci, se potete". Con Katyn il regista polacco ha rinnovato in patria il dolore di un intero popolo narrando con stile secco ed incalzante una tragedia storica che ha segnato il suo paese per decenni. Nel film si vedono militari sovietici e nazisti che, in nome di un'ideologia, furono pronti a qualsiasi crimine. In mezzo gli ufficiali polacchi, soldati d'altri tempi, come dei cavalieri medioevali, legati alla divisa, all'identità, alla patria cattolica, alla lealtà militare, speranzosi di farcela nonostante tutto anche se alla fine furono sacrificati. Katyn un anno fa fu candidato all'Oscar quale miglior film straniero ed è anche la testimonianza di un popolo orgoglioso delle proprie radici e saldo nella propria fede, con i miltari polacchi che vanno incontro alla morte a testa alta e recitando il Padre Nostro mentre uomini stravolti da odio e ideologia li ammazzano come bestie.

Queste sono due domande rivolte al regista:


Ci risulta, però, che l’opera abbia avuto qualche “problema di circolazione”. È vero?

Guardi, in Polonia ha avuto oltre tre milioni di spettatori, posso dire di essere soddisfatto. Del resto era un’opera che la gente aspettava da sessant’anni. Il problema è che i diritti per la distribuzione all’estero sono stati assegnati alla televisione di Stato polacca, che non ha fatto nulla perché il film avesse una circolazione dignitosa: lo ritengono un film scomodo e non hanno voluto spingerlo. Pensi che nel rapporto della Televisione Polacca sulla società New Media Di-stribution, l’azienda che deve distribuire il film contemporaneamente sia in Russia sia negli Stati Uniti, ho visto una nota a margine scritta a mano che informa che «l’iniziativa potrà fallire per ragioni politiche». Tanti infatti hanno interesse a che il film non venga proiettato, e in molti paesi ci sono distributori che lo hanno acquistato per non farlo vedere. Viene mostrato solo in circuiti ristretti, nei cinema d’essai o in rassegne per un pubblico selezionato. Così si fa in modo che non incida, che non abbia un vero rilievo nella mentalità comune. Il caso più clamoroso, comunque, è quello della Russia.

Per quali ragioni?

Perché in Russia, ancora oggi, Stalin è amato. Compare ancora in cima alle classifiche dei personaggi più popolari. Si sa che ha ucciso decine di milioni di persone, eppure molti russi ritengono ancora che lo abbia fatto per il bene del suo paese. Il massacro degli ufficiali polacchi a Katyn, invece, è un crimine senza giustificazioni, che ha infranto tutte le convenzioni di guerra, e quindi qualcuno non vuole che venga ricordato. Pensi che gli organizzatori della Settimana del cinema polacco, in Ucraina, a Kiev e Charków (mi stava a cuore soprattutto questa proiezione, perché proprio in quella città fu ucciso mio padre nella primavera del 1940 e là è sepolto), si sono visti recapitare una una lettera della Televisione Polacca di questo tenore: «Telewizja Polska – l’unico e solo titolare dei diritti di distribuzione del film – non è a conoscenza di NESSUNA proiezione di Katyn in programma per la Settimana del cinema polacco in Ucraina. Per favore, abbiate la cortesia di ritirare il titolo dalle vostre programmazioni, e di comunicarci nome e contatti della persona o dell’organizzazione che vi ha fornito i diritti per la proiezione». Un tono piuttosto minaccioso, non le pare?


per chi ne volesse sapere di più.

venerdì 26 giugno 2009

Mentre il PD non sa a che Santo votarsi...

... il Governo Berlusconi incassa un'altro risultato sulla via dei fatti:

SOCIAL CARD: Si amplia alle famiglie con basso reddito e figli fino ai 6 anni. Per gli anziani si pensa a un innalzamento della soglia di reddito per tutti fino a 8.000 euro.

BONUS PER IMPRESE CHE NON LICENZIANO: Berlusconi annuncia: «faremo anche un bonus per chi non licenzia il proprio personale in certe situazioni aziendali».

IMPRESE-LAVORO, TREMONTI TER E VOUCHER: L’annuncio è del premier, Silvio Berlusconi: ci sarà «la detassazione degli utili che si reinvestono per l’impresa, una specie di Tremonti ter». Gli aiuti dovrebbero essere selettivi e riguardare solo l’acquisto di macchinari. Potrebbe inoltre arrivare una sorta di voucher grazie al quale cassintegrati e lavoratori in mobilità potranno integrare il reddito.

NO TRUCCHI SU MASSIMO SCOPERTO: Saranno nulle le clausole bancarie che sostituiscono, nei fatti, il massimo scoperto.

PENSIONI, AUMENTA IN 10 ANNI ETÀ PER DONNE: Il provvedimento potrebbe però non essere varato domani ma solo successivamente, forse come emendamento allo stesso decreto. Si pensa a un aumento graduale (un anno ogni due) per portare in 10 anni l’età pensionabile di uomini e donne che lavorano nella P.A. a quota 65.

SLITTA CLASS ACTION: Slitta di 6 mesi l’entrata in vigore della class-action, la causa collettiva.

RINVIO SCUDO FISCALE: Non dovrebbe essere all’esame domani la nuova versione dello scudo fiscale per far rientrare in Italia i capitali detenuti all’estero illegalmente.

BLOCCO SFRATTI: Nuovo blocco per gli sfratti. Viene prorogato da fine giugno al 31 dicembre.

BOND ALITALIA: Rinvio per la scadenza fissata al 10 luglio per il cambio dei titoli. Innalzamento dei rimborsi (al 70%).

STRETTA COMPENSAZIONI IVA: Diventa preventivo il controllo sulle compensazioni in dichiarazione. Obiettivo: 1 miliardo.

A CIPE GRANDI OPERE E ABRUZZO: Via libera a i fondi per alcune grandi opere, ai primi due contratti di programma nel settore aeroportuale, a 4,2 miliardi per parte del piano di ricostruzione in Abruzzo e per l’edilizia scolastica.

NOVITÀ ANTIRICICLAGGIO: Cambiano tra l’altro le norme sui pagamenti cash. Si può andare oltre 12.500 euro se ci sono rate

SCOMMESSE: Per le puntate oltre i 1.000 euro bisogna fornire ai gestori le generalità.

RIVISTA LEGGE OPA: Cambiano le norme sulle operazioni transfrontaliere e sulla pubblicità dei patti parasociali.

GAS MENO CARO: Arrivano norme per alleggerire soprattutto la bolletta delle imprese.

RIORDINO ENTI PUBBLICI: Il riordino degli enti pubblici statali non economici dovrà avvenire «entro il termine improcrastinabile del 30 giugno 2010».

ANCORA UN ANNO PER BUSTE PLASTICA: Proroga di un anno (dal primo gennaio 2010 al primo gennaio 2011) per far scattare il divieto di commercializzazione delle buste di plastica.

mercoledì 24 giugno 2009

IN CALO MORTI BIANCHE: 1.120 NEL 2008, MINIMO DA '51


ROMA - Nel 2008 il numero di morti sul lavoro e' sceso ai livelli minimi dal dopoguerra. Lo sottolinea l'Inail nel Rapporto annuale 2008, precisando che l'anno si è chiuso con 874.940 infortuni sul lavoro e 1.120 incidenti mortali. Un bilancio infortunistico che, "pur nella drammaticità dei numeri, "segna un incoraggiante record storico", evidenzia l'Inail: il numero di infortuni mortali è infatti sceso, per la prima volta dal 1951, al di sotto dei 1.200 casi l'anno. Nel 2008, in particolare, i morti sul lavoro sono diminuiti del 7,2% rispetto ai 1.207 dell'anno precedente. Ansa

Per una volta sono d'accordo con Vauro, Le politiche di controllo del Governo hanno abbassato in numero di morti bianche in modo significativo, ma non vi è traccia della notizia nei giornali come Repubblica e L'Unità...
Continuate a parlare di mignotte, per fortuna qualcuno lavora per salvare vite umane.

martedì 23 giugno 2009

FRANCESCHINI e la MATEMATICA


Varese, 27 febbraio 2009. - (Adnkronos) - Il governo sta abbandonando la lotta all'evasione fiscale. Lo denuncia il segretario del Pd Dario Franceschini che nella sua prima uscita a Varese ha affermato che "c'e' un arretramento drammatico nella lotta all'evasione ... Leggi l'articolo

...ma oggi:

ROMA - Nei primi 5 mesi dell'anno la Guardia di Finanza ha scoperto redditi nascosti al fisco per 13,7 miliardi, cui devono aggiungersi recuperi di Iva dovuta e non versata per 2,3 miliardi e rilievi Irap per 8,7 miliardi; mediamente, queste cifre confermano e sopravanzano del 10% i risultati del 2008 che si era chiuso con il consuntivo più alto degli ultimi decenni. Lo comunicano le Fiamme Gialle sull'attività al 31 maggio scorso. Leggi l'articolo

Ahi ahi DARIO! siamo alle solite... parli parli, ma non hai studiato!
LA MATEMATICA non è un'opinione! Franceschini.... 4

ps. Una bugia anche se ripetuta 1000.000 di volte, non diverrà MAI una verita.

Augusto, che CORAGGIO!

"Ad urne chiuse voglio spiegare a voi telespettatori perche' il Tg1, malgrado le polemiche, ha avuto una posizione prudente sull'ultimo gossip o pettegolezzo del momento: le famose cene, feste o chiamatele come vi pare, nelle dimore private di Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli o Villa Certosa. Il motivo e' semplice: dentro questa storia piena di allusioni, testimoni piu' o meno attendibili e rancori personali non c'e' ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori.
Accade che semplici ipotesi investigative e chiacchericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realta' virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici. E' avvenuto in passato, come ricorderete, quando si tento' di colpire il presidente del consiglio di allora strumentalizzando la foto che ritraeva un suo collaboratore in una situazione definita scabrosa. E' accaduto piu' volte in queste settimane in cui e' stata messa sotto i riflettori la vita privata del premier in nome di un improvviso moralismo: abbiamo visto addirittura celebri mangiapreti vestire i panni di novelli Savonarola. Queste strumentalizzazioni, questi processi mediatici, non hanno nulla a che vedere con l'informazione del servizio pubblico. Nella settimana in cui gli Stati Uniti hanno scelto le nuove regole per proteggere il risparmio nel mondo, mentre esplodeva il caso Iran, e alla vigilia del G8, sarebbe stato incomprensibile privilegiare polemiche sul gossip nazionale solo per scimmiottare qualche quotidiano o rotocalco. Questa e' la linea editoriale del Tg1 che vi ho promesso, cari telespettatori, fin dal primo giorno. E che continuero' a garantirvi."

Caro Augusto,
Ci vuole coraggio per andare contro al coro di giornalisti schierati,
che usano la professione solo per DISTRUGGERE l'immagine di chi non gli aggrada.
NON danno NOTIZIE, LE CREANO.
Attento! d'ora in poi sarai anche tu nel MIRINO!
SARAI definito VENDUTO, SERVO, ti attaccheranno su quasiasi fronte, dalla calvizie a chi accompagni a cena, ci saranno ESCORT che dichiareranno che il tuo silenzio vale una sveltina, insomma FANGO su FANGO....


lunedì 22 giugno 2009

PER FORTUNA SILVIO C'é!!!!!!!!!

03.08.2008 - Italia dei calori/ Di Pietro e il bacio all'amica

fonte

«Ma quale scandalo», dice il leader dell’Italia dei Valori, «ero fuori da un ristorante dove abbiamo festeggiato il compleanno di Silvana Mura e bastava allargare l’obiettivo per riprendere altre venti persone intorno a me.
Avrò diritto di partecipare a una festa? E comunque io a questo livello non voglio scendere.
Che il Cavaliere invece di far fare falsi scoop ai suoi giornali e usarli come una clava politica si preoccupi d’altro.

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

L'importante è votare contro

BRUXELLES, 19 GIU - 'E' una vergogna che la delegazione della sinistra voti contro il nostro candidato al Parlamento europeo', lamenta Silvio Berlusconi. 'Ricordo che quando ci fu da votare per Prodi noi demmo il nostro voto', sottolinea il premier al termine del vertice europeo auspicando che la candidatura di Mario Mauro alla guida del Parlamento europeo 'venga presa in considerazione'.

La sinistra italiana continua la sua guerriglia contro il nemico Berlusconi anche in Europa (visto lo scarso successo sul suolo nazionale). In Polonia sia la destra che i socialisti appoggiano la candidatura del loro connazionale Buzek alla presidenza del parlamento europeo mentre i "progressisti" (ah! ah!) di casa nostra, pur di non votare un candidato proposto dal rappresentante dello schiaramento a loro avverso, sono disposti ad attuare una politica antitaliana. Non so cosa dovrà fare Mauro per poter convincere gli eurodeputati del pd a votarlo...... certo è che la trovata di Franceschinini di chiedere ai gruppi di sinistra europea di opporsi alla nomina di Mauro la ritengo un clamoroso autogol.
Su "Europa", quotidiano del Pd, vine citato un articolo della stampa polacca: "Buzek non dispiace affatto a qualche esponente socialista, che ne apprezza i risultati ottenuti da primo ministro e l’indole laica. La sua fede luterana scongiura la possibilità che possa subire le influenze della potente curia polacca. La militanza in Comunione e Liberazione di Mauro, invece, fa apparire “troppo pio” il candidato italiano, agli occhi dei progressisti".
Questo potrebbe già spiegare alcune cose..... ognuno si faccia la sua idea. Io mi tengo la mia.

premio giornalistico per il miglior reportage va a una trasmissione di Emilio Fede

Segnalo una curiosità dal mondo della tv. Il Premio Ilaria Alpi

La giuria del premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi, intitolato alla giornalista del Tg3 uccisa nel 1994 in Somalia insieme al suo operatore Miran Hrovatin, ha annunciato i vincitori della 15.a edizione del prestigioso riconoscimento. La cerimonia di consegna dei premi è in programma per la serata. Fra i premiati (scelti dalla giuria composta da Italo Moretti, Gerardo Bombonato, Enrico Menduni, Corradino Mineo, Roberto Natale, Paolo Ruffini).

Miglior reportage italiano (breve): Alfredo Macchi, (Password, Retequattro), ‘Morire per vivere’.

Password è una trasmissione scritta e condotta da Emilio Fede per Rete 4. E’ mai possibile che un premio del genere (il più importante sul giornalismo televisivo) vada al garante della peggior televisione possibile e cioè al berlusconiano Fede? Ma i canali Mediaset non erano solo trash e propaganda berlusconiana? E come è possibile che noti sinistri come Mineo e Ruffini abbiano potuto votare un reportage della trasmissione di Fede? Assurdo, già perdono tutte le elezioni possibili, se ora incominciate a togliergli la patente (autoconfezionata da loro stessi) dei migliori giornalisti dove andrà a finire questa sinistra?

venerdì 19 giugno 2009

La scossa e il caso!

Settembre 1994: Un imprenditore confessa di aver dato tangenti a D'Alema (la stampa ai tempi non disse assolutamente NULLA).


1995: Proscioglimento per prescrizione da parte dei PM di Bari tra cui compaiono Maritati e Scelsi (poi D'Alema confesserà di aver commesso il fatto).

1999: Maritati entra nel Parlamento e ottiene, appena entrato in politica, l'incarico di Sottosegratario dell'allora premier Massimo D'alema;

2009: Maritati continua ad essere Senatore del PD (ex DS), D'Alema va a Bari per perorare la candidatura di Emiliano, magistrato che prima di entrare in politica stava conducendo l'inchiesta sulla Missione Arcobaleno in Albania voluta dall'allora premier D'Alema, come sindaco (nel frattempo è anche responsabile regionale del PD) e, proprio dalla Rai di Bari rilascia la famosa dichiarazione del "terremoto" che potrebbe coinvolgere Berlusconi. Il giorno dopo da quella dichiarazione scoppia il caso delle Feste a casa Berlusconi con donne a pagamento e D'Alema minaccia di denunciare chiunque associ le due cose, la sua dichiarazione e lo scoppio del caso. A proposito, indovinate chi è il magistrato che è responsabile di questa inchiesta? Il giudice Scelsi, uno dei 4 PM che nel 1995 prosciolse D'Alema per un reato che lui stesso confessò, in seguito, di aver commesso.

Come si può pensare che "Baffetto" si riferisse "AllA SCOSSA" di bari?!?!
E' chiaro CHE è solo frutto del caso...

giovedì 18 giugno 2009

Quanto je rode

Il Foglio 17 giugno 2009

Sullo svenimento dei republicones dopo le carinerie di Obama al Cav.
Sono rimasti senza parole, tramortiti e addolorati, confortati soltanto dal fuso orario che perlomeno ha evitato la diretta in prime time televisivo a canali unificati. Ma come è possibile? No, non può essere possibile. Non è vero. Non può essere vero. “Great to see you, my friend”, con sottolineatura sul “my friend”, più doppia pacca sulle spalle. Di Obama a Berlusconi, non di Berlusconi a Obama. Mancava che gli facesse cucù. E poi quel continuo insistere sul grande “apprezzamento” per la “leadership” mostrata dal Cav. su questo e quel dossier internazionale.
Ma è impazzito? Gli ha pure chiesto consigli sulla Russia. A papi. E invece che le dieci domande dei segugi di Repubblica, gli ha rivolto tante belle parole e tanti ringraziamenti. Dice anche che sono amici e che i rapporti tra l’America e l’Italia sono migliorati. E poi quel devastante “il primo ministro Berlusconi mi piace personalmente” che decreta una volta per tutte la fine della triste pubblicistica italiota del “ci fa fare brutte figure all’estero”.Ora immaginatevi le facce di Max D’Alema, quello che piaceva personalmente ad Hezbollah, o di Alexander Stille, o di uno qualsiasi di guardia nella caserma di largo Fochetti: una vita spesa a indignarsi per la cafonaggine del Cav., devastata dall’endorsement personale e politico del presidente super elegante e supercool che, come racconta chi ha partecipato all’incontro, ha capovolto i ruoli e ha fatto lui il Cav., mettendo a suo agio un serissimo Berlusconi.
Obama è un politico, non il garante dei lettori di Repubblica. Si occupa di cose serie, non di guardare dal buco della serratura chi si fa una doccia. Il Cav. gli ha fatto tre grandi favori, sul G20, sull’Afghanistan e su Guantanamo, cose su cui Francia, Germania e Gran Bretagna hanno invece storto il naso. Ed è per questo che è stato estremamente amichevole con il Cav. e freddino con gli altri tre (il mitologico Zapatero, invece, non se l’è ancora filato).I custodi della nostra moralità si aspettavano invece che il superfigo Obama alzasse il sopracciglio e liquidasse il bauscia, come in un’Amaca di Michele Serra. Leggetevi l’articolo di ieri del magnifico Vittorio Zucconi. Capirete quanto je rode.

mercoledì 17 giugno 2009

Mister 1%. La bufala contro Berlusconi sul blog di Di Pietro svelata. Avete letto bene.



Ero li che girovagavo su alcuni siti qualunquisti di sinistra - sapete quelli tutti uguali, fatti con lo stampino, quelli che spargono disinformazione e bufale con i banner presi dai blog di Grillo, Travaglio etc. -...e chi ti vedo ?

Il faccione di Silvione nostro !

Clicco e...tradimento!

Mi ritrovo sul sito di Totò Di Pietro...con lui il trittico dei qualunquisti della politica è chiuso.

Ed ecco quello che leggo :


"Mister 1%. Le concessioni radiotelevisive costano al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi l’uno per cento del fatturato che ne ottiene. Avete letto bene.

Lo Stato italiano regala da anni alla Mediaset, attraverso RTI, il 99% degli introiti che ne ottiene.

Solo l’uno per cento rimane allo Stato."

Seguono centinaia di commenti entusiasti da parte di lettori ( ed elettori)..."semplici" di mente, poveri puri raggirati.

Perché è una bufala, anche se non sembra ?

Innanzitutto perchè L'ON.LE DI PIETRO OMETTE DI DIRE CHE TUTTE LE EMITTENTI TV NAZIONALI PAGANO L'1% DEL LORO FATTURATO COME TASSA DI CONCESSIONE. (come indicato nell'articolo di legge da lui citato e linkato...bastava leggere, ma chi lo avrà fatto ?...)

Se come afferma Di Pietro nel 2007 Mediaset ha fatturato oltre 4 miliardi di euro ciò vuol dire che di sola tassa di concessione , Mediaset ha pagato la stratosferica cifra di 40 Milioni di euro.
Mentre, ad esempio, la tassa di concessione per una tv commerciale locale è fissa, 2200 euro l'anno - anche se l'emittente locale copre "solo" Lazio e Toscana e fattura alcuni milioni di euro - e per l'autorizzazione alla stampa e diffusione di un giornale anche quotidiano, come Repubblica o l'Unità, la tassa di concessione amministrativa è di poche centinaia di euro l'anno...per non parlare delle sovvenzioni statali che ricevono...
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L'uno per cento sul fatturato annuo (40 milioni di euro, per Mediaset) viene dunque versato come diritto di concessione.

Ma poi, e qui il secondo inganno, sui 4 miliardi, c'è un altro 50% di tasse che Mediaset paga: paga l'IRPEG, l'imposta sul reddito delle società, versa Iva allo Stato sulla vendita della pubblicità, paga i contributi sanitari e pensionistici per le sue migliaia di lavoratori.
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Come tutti infatti sanno ( tranne evidentemente l'On.le Di Pietro ed i suoi elettori) il prelievo effettivo sulle imprese supera il 50%.

Quindi quello che afferma di Di Pietro è doppiamente falso.

E perché da ad intendere ai suoi lettori (ed elettori) e quindi facilmente ingannabili, che la concessione all'1% ( 40 milioni di euro ) fosse un favoritismo fatto a Mediaset, mentre è una equa percentuale del fatturato pagata come tassa di concessione da TUTTE le tv nazionali, La 7 e Rai compresa.
Considerando tutte le tv nazionali, un bell'incasso plurimilionario per lo Stato, senza dover far assolutamente nulla.

E perché falsamente afferma che "Lo Stato italiano regala da anni alla Mediaset il 99% degli introiti che ne ottiene."
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Mentre Mediaset, come la7 e come la RAI versa almeno il 51% in tasse varie allo Stato rapinatore.
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Però sul ridicolo banner di Di Pietro c'è solo la foto di Silvio.

OMETTE ANCHE DI DIRE, L'ONOREVOLE DI PIETRO, CHE MENTRE TUTTE LE TV PAGANO LA TASSA DI CONCESSIONE, AL CONTRARIO, IL CANONE TV ( che è tassa sulla detenzione dell'apparecchio televisivo) VIENE ILLEGITTIMAMENTE ATTRIBUITO SOLO ALLA RAI DI SANTORO, FLORIS, TRAVAGLIO, FAZIO, DANDINI, BERLINGUER, BLOB...

Fonte

venerdì 12 giugno 2009

Vota Mauro

La mattina il direttore di Repubblica e il segretario del Pd si alzano, lasciano le loro case, le loro mogli, vanno a lavorare. E non è il direttore di Repubblica che dice "chissà cosa penserà oggi il segretario del Pd". E' il segretario del Pd che si chiede "chissà cosa scriverà oggi Repubblica".

Giampaolo Pansa




da tempi.it





Prodi accolse Al-Bashir tra il silenzio della sinistra


Mi chiedo dov'erano le anime limpide e cristalline della sinistra quando Prodi mortadella incontrò il "tiranno" Al-Bashir (responsabile del conflitto del darfour e di altre "imprese" da far sembrare Gheddafi un timido adolescente)
notizia del 2007
Dimensione carattere per chi volesse sapere di più su Al-Bashir

giovedì 11 giugno 2009

Cancellare la Democrazia


Roma, 7 giu. (Adnkronos/Ign ) - Domenica di voto e inconvenienti nei seggi d'Italia. In 3 sezioni della Sardegna, a Cagliari, Sassari e Quartu Sant'Elena, altrettanti elettori hanno protestato dopo essersi accorti che la loro croce sul simbolo prescelto veniva via con un solo colpo di gomma. Segnalato l'inconveniente ai presidenti di seggio, sono presenza di matite copiative che si cancellavano con un solo colpo di gomma.

Facciamo un pò di chiarezza e non facciamoci "fregare":


Le matite copiative sono utilizzate in tutte le elezioni italiane degli ultimi 60 anni, a partire dal referendum fra monarchia e repubblica del 1946. La modalità di votazione con la matita copiativa venne in seguito stabilita con il Testo Unico del 5 febbraio 1948, n. 26. Le disposizioni in merito al loro utilizzo non sono state modificate dalle leggi elettorali approvate dal dopoguerra ad oggi. Il Consiglio di Stato ha stabilito che il voto è valido solo se la matita copiativa è stata umettata (Sez. V, n. 660, del 26 ottobre 1987), ovvero bagnata con saliva o con la spugna per francobolli che, fino al 2005, era consegnata nel materiale elettorale. Solo in quel caso, infatti, il tratto a matita è realmente indelebile, e il voto è quindi valido e soprattutto infalsificabile. La matita copiativa lascia un segno blu indelebile, se bagnata ad esempio con saliva o con una spugna per francobolli, quest’ultima normalmente fornita nel materiale elettorale in dotazione dei seggi, anche se nei manuali per i membri del seggio non è esplicitamente fatto obbligo di usarla in questo senso. La mina della matita dovrebbe essere inumidita al seggio, o direttamente dall’elettore, prima di segnare ogni nuova scheda elettorale. per il resto dei dettagli http://it.wikipedia.org/wiki/Matita_copiativa

DDL Giustizia - Approvo etaunasia


Anm: "Così muore la giustizia in Italia". Visto che la giustizia in Italia è da molto tempo in coma profondo, sono favorevole a staccare la spina... RESET e si riparte.
Ma come funziona la giustizia in Italia?

martedì 9 giugno 2009

Al ballottaggio! Domenica 21 giugno duello finale. A FERRARA è ora di CAMBIARE.



Andiamo Tutti a VOTARE!
siamo ad un passo dal cambiamento!

Il Pd brucia 9mila voti al giorno ma continua a ballare sul Titanic


Vi riporto questo bellissimo articolo tratto dal Giornale


Coliamo a picco sì, ma ci piace farlo in allegria. Mentre il Titanic affonda, lentamente ma affonda, i violini del Pd suonano giulivi la terza sinfonia: l’«eroica». Perché se stappi lo spumante dopo aver perso 7 punti secchi in un anno, questo sei: un eroe. E così all’una di notte, a urne ancora calde, Gentiloni già ballava la macarena: «È un risultato straordinario». Un’ora dopo Luigi Berlinguer lanciava i coriandoli: «Berlusconi è minoranza nel Paese». Pochi minuti e Franco Marini monta sul trenino di capodanno: «Il Pd tiene larghissimamente».
Forse bisognerebbe ricordare che alle elezioni vince chi prende più voti. No, non è come a scala quaranta: non è che chi rimane in fondo è più bravo. È esattamente il contrario. Diciamo che al partito l’hanno presa con filosofia: talmente tanta filosofia che a Franceschini stanno spuntando i baffoni di Nietzsche e le basette di Schopenhauer. Ma se oltre alla filosofia ci occupassimo anche di matematica spicciola, il calcolo è rapido. Politiche 2008: il partito democratico prese il 33,2. Europee 2009: il Pd prende il 26,13. Che allegria. Dai, che se ci mettiamo d’impegno entro Natale scendiamo sotto il 20%: magari per pasquetta dell’anno prossimo possiamo diventare il principale interlocutore del Südtiroler Volkspartei. «Il Pd resiste», dice Beppe Fioroni scendendo dai monti viterbesi: figuratevi se cedeva. Sì, d’accordo, difficile fare paragoni, c’è stato il boom astensionista, ma ragioniamo in termini di teste: dalle ultime elezioni sono riusciti a perdere 4 milioni di voti. Cioè, bruciano voti al ritmo di 9 mila al giorno, bruciano più voti loro che calorie Schwarzenegger in palestra, e qual è la reazione? «Il tracollo non c’è stato», dice tronfio Latorre. «La linea del Piave ha retto». Certo. La linea del Piave in realtà è la linea del Dario, che ha fissato furbescamente l’obiettivo minimo, l’asticella rasoterra al 25%, e loro l’hanno saltata appena. Tante grazie. È come se un maratoneta si fermasse al decimo chilometro, e pretendesse pure la coppa. È come se Sergey Bubka si mettesse a saltare con l’asta l’aiuola di casa, e volesse pure la medaglia: troppo facile. Magari alle prossime elezioni promettono di raggiungere il 15% dei voti, ma solo a Roma quartiere San Lorenzo, ma solo nei condomini col numero dispari. L’ultima trovata: elezioni fai da te. Ognuno si fa le regole come gli pare: Parisi inventa nuovi teoremi politologici, e dice che «se Berlusconi non prende almeno 4 milioni e mezzo di preferenze, perde la sua scommessa». Ma dove sta scritto? Debora Serracchiani, candidata Pd nel Nord Est, è addirittura in estasi: «Una giornata memorabile: in Friuli Venezia Giulia ho battuto Berlusconi». Meglio di niente: poi vai a vedere i risultati in Friuli e scopri che il Pdl ha chiuso avanti di 6 punti. E allora dov’è la festa? «È una straordinaria rimonta», esulta il piddìno Genovese. Certo, come dice Vincenzo Marinello, «a Sciacca c’è stato un risultato incredibile». Certo, come battono le agenzie, «nell’Ennese il Pd è il primo partito», con punte anche del 35% nei comuni di Centuripe e Calascibetta. Ma basta questo?
Poi è chiaro che anche a destra devono fare i conti con le aspettative mancate, ognuno ha i suoi problemi a cui pensare, per carità: ma zompare fino al soffitto perché «siamo il primo partito progressista d’Europa» ci pare un filo esagerato. Anche perché il primo partito progressista d’Europa non ha ancora deciso in quale gruppo iscriversi, dunque onde evitare figuracce, meglio sorvolare. E poi, insomma: se alle ultime politiche, col 33,2%, Veltroni piangeva amaro, non si capisce cos’abbia da ridere Franceschini con 7 punti in meno. Come cantava Renato Zero, «felici e perdenti». Passi che l’ottimismo è il profumo della vita, ultimamente ama ripeterlo anche Berlusconi, ma non è che al Pd l’hanno preso troppo in parola? «Siamo calati, ma gli italiani confermano il nostro progetto»: visto il risultato, è probabile che tra questi italiani ci sia anche il premier. Perché di questo passo, e soprattutto con questo atteggiamento, «arriveremo al congresso in maniera serena e pacata», come dice Tonini. Insomma, il messaggio agli iscritti è chiaro: non disperate, c’è ancora tempo per peggiorare. Si può sempre perdere Centuripe e Calascibetta. E quel giorno, forse, potremo ammettere che su questa benedetta «linea del Piave» ci siamo appoggiati un po’ troppo: e alla fine s’è piegata.

lunedì 8 giugno 2009

PD - Perdere Divertendosi


PD
Perdere Divertendosi

Cosa avranno da festeggiare?

Titoli del dopo voto

L'unita Elezioni europee, Berlusconi paga i suoi errori Il Pdl si ferma al 35%. Il Pd tiene sul 26,2%
Reuters Italia
Europee: Pdl primo ma perde voti, Pd in calo, Lega e Idv avanti
Repubblica
Stop a Berlusconi, cala il Pd - Risultati Bene Di Pietro e Lega. Pdl: "Sud ci ha deluso"
il Mattino Europee (60.239 sezioni)/ Il Pdl arretra Fallito l'obiettivo 40%, il Pd sotto il 30% L'Idv raddoppia i voti, Lega al 10%
Il Riformista
Europee; Pdl frena al 35%, Pd non crolla, 'volano' Lega e Idv
Il Giornale
Tiene il Pdl, perde il Pd. Boom di Lega e Idv
Rainews24
Vincono IdV e Lega. Non sfonda il PdL, non crolla il Pd
Affaritaliani.it
Europee/ Giù Pdl e Pd. Vincono Bossi e Di Pietro ANSA Europee: frena Pdl e cala il Pd
La Voce d'Italia Berlusconi cavaliere dimezzato

venerdì 5 giugno 2009

FRANCESCHINI video 3 - L'ultima zampata del coniglio

Miguel Mora, il Travaglio alla Sangria


Chi è costui?
è il giornalista che ha firmato tutti gli articoli tanto in voga in questo periodo (pre-elettorale) sul giornale EL PAIS.
Ricerca in INTERNET e guarda guarda che cosa trovo:

El Pais va a colazione con Marco Travaglio: «Berlusconi ha imposto la sua scala di antivalori»
Pubblicato 25 Marzo 2009


Marco Travaglio vive a Torino, però tutti i giovedì scende a Roma per partecipare ad Anno Zero un programma di dibattito politico in onda su RAI 2. Abbiamo preso appuntamento per la mattina seguente nell’hotel dove di solito alloggia, nel quartiere Prati. Il giornalista più critico d’Italia appare in reception con faccia assonnata ed un quarto d’ora di ritardo così come imposto dall’etichetta nazionale. Dopo aver pagato il conto, afferra un paio di quotidiani, ordina la colazione e usciamo in terrazza. Con un solo caffè ed un paio di cornetti si sveglia del tutto e comincia con quello che sa meglio fare: mettere il dito nella piaga della sempre più confusa realtà politica italiana. Una realtà teatrale, irreale, ipermediatica, racconta, “il regno della superficialità e della menzogna”.

La colpa a suo giudizio è soprattutto “dei giornali, che imitano la televisione e tentano di competere sulle banalità, mettendo in gioco un sistema molto sofisticato, studiato perché venga dimenticato tutto, come un tritatutto. Le polemiche durano appena 24 ore, dopo svaniscono. Se un politico fa una battuta, si riporta la battuta piuttosto che la notizia. Se non c’è la battuta, non si parla neanche del contenuto. Dicono che il problema dei giornali è la carta, ma il problema è quello che si scrive sulla carta. Laureato in Storia Contemporanea, Travaglio, 44 anni, è stato allievo di Indro Montanelli ne “Il Giornale” per sette anni. Oggi firma un editoriale sull’Unità, pubblica ogni lunedì un video (Passaparola), nel blog antipolitico di Beppe Grillo. Per raccontare le verità scomode al paese utilizza uno stile più che torinese, gelido, che gli somiglia. Non batte ciglio né alza la voce.

Con l’Italia impantanata tra le barzellette del Cavaliere e la vaga retorica di una sinistra ossidata, il suo giornalismo di precisione è diventato una rarità, una forma di ribellione. Forse per questo ha realizzato 80 atti di uno spettacolo teatrale, “Promemoria”, nel quale snocciola la tragicomica storia recente del paese in un monologo di tre ore e un quarto.

Sulla sola base di un archivio e di un’ironia feroce, Travaglio fa pensare e divertire un pubblico che esce dal teatro in trance, proprio di chi ha visto la luce. “Non è merito mio”, dice. “In Italia il passato non esiste. Per questo quando racconto quello che è successo appena due anni fa sembra rivoluzionario e la gente ti guarda come se guardasse a un pazzo”. Denunciato “30 o 40 volte” per diffamazione nei tribunali civili da Berlusconi e dai suoi compagni, anche se non è stato tuttavia condannato penalmente, ha da poco vinto il Premio per la Libertà di Stampa dell’Associazione dei Giornalisti Tedeschi, per il suo “coraggio e senso critico”. Ha appena rieditato il suo libro “La scomparsa dei fatti”, con il sottotitolo “Si prega di abolire le notizie per non disturbare le opinioni”, in cui critica i mezzi di comunicazione.

L’aereo per Torino parte tra un’ora, l’incontro volge al termine, lo aspettano i suoi due figli. Prima di andarsene, Travaglio spiega come Berlusconi ha sostituito Andreotti nel ruolo di grande intoccabile. “Controlla quasi tutti i giornali, la televisione, la pubblicità o il cinema. Per questo l’Italia si capisce meglio dall’estero che da dentro. Ci ha imposto la sua arretratezza culturale, la sua scala di antivalori e la sua forma di vita”.

Nello stesso momento passa un giovane, si ferma ad ascoltare e dice: “Pienamente d’accordo. Continua così”.


Si è tenuto stamani nella Sala Lauree di Scienze Politiche il convegno su “Etica e Comunicazione” organizzato dall’Università Statale. Tra i relatori stranieri anche Miguel Mora, corrispondente dall’Italia de El Pais.

...
Avete in Spagna un ordine dei giornalisti che fornisce un codice di comportamento?

C’è una federazione delle associazioni professionali dei giornalisti (FAPE) che tra i suoi compiti ha quello di stabilire un codice deontologico.
E può prendere provvedimenti disciplinari?
Sì, può ritirare la tessera professionale, ma di solito non avviene. Si occupa più che altro delle assicurazioni sanitarie e pensionistiche. A vigilare sulla correttezza dei giornalisti sono gli stessi media coi propri regolamenti interni. Poi in caso di denunce interviene la magistratura. Questo accade soprattutto con le testate scandalistiche che si occupano di gossip e riportano pettegolezzi più che fare informazione. Da noi hanno vissuto un vero boom e prodotto un effetto letale sull’immagine del giornalismo spagnolo.
.....
29/04/2009 - 21.43
INFORMAZIONE: MORA (EL PAIS) "IL GIORNALISMO VA FATTO CON CORAGGIO"

(IRIS) - ROMA, 29 APR - "Sono brutti tempi per la stampa...tempi di crisi finanziaria, di internet, dei licenziamenti globali in tanti giornali storici". Tutto questo contribuisce a " formare un clima difficile". E' un estratto del messaggio che giornalista Miguel Mora, corrispondente in Italia de "El Pais" ha lasciato alla platea che ha assistito alla nascita della "Società Pannunzio per la libertà di informazione", non potendo essere presente. "Il giornalismo - ha scritto Mora - va fatto con coraggio e senza timore, se si fa con timore meglio fare i camerieri...Il senso del nostro mestiere - ha aggiunto - è essere scomodi con i nostri potenti. Forse ci serve quello che i giornalisti fannno raramente - recitava il messaggio - organizzarsi un pò e lavorare insieme".

elPais - FOTO Berlusconi, OLE'


Il sito del "El Pais" pubblica le foto di Villa Certosa a tutta pagina, che in Italia sono state fatte sequestrare perchè ritenute lesive della privacy non solo del premier, ma anche e soprattutto degli altri ospiti della residenza sarda del Cavaliere.
Le correda addirittura di un editoriale che già dal titolo fa intendere la sua pochezza: “Las imágenes no desvelan la privacidad del primer ministro, sino su deriva autoritaria“. (Le immagini non svelano la privacy del primo ministro ma la sua deriva autoritaria)
Mentre leggevo ho pensato, se un giornale come El Pais, si occupa in modo cosi ampio di fatti di casa nostra, vorrà dire che non vi è nulla nella penisola iberica che meriti di essere raccontata, ben per loro!

Dopo alcuni minuti leggo:
Spagna, -19,7% annuo produzione industriale ad aprile
05/06/2009 10.00
In Spagna la produzione industriale è calata del 19,7% annuo in aprile dopo il -24,7% di marzo. Lo ha reso noto l'Istituto nazionale di statistica. Nel dettaglio, la produzione di beni di consumo è scesa dell'11,9% (-26,7% per i beni durevoli), quella di beni strumentali del 22,7% e quella di beni intermedi del 27,9%. Nei primi quattro mesi dell'anno la produzione è scesa complessivamente del 21,9% annuo.
fonte
Alla faccia! situazione industriale non proprio invidiabile.

Forse è meglio la situazione politica!?
.... Risulta infatti ai sondaggisti che l’opposizione popolare vincerà domenica col 43% circa dei voti contro il 40% dei socialisti attualmente al governo a Madrid. Sarebbe la prima sconfitta di Zapatero a livello nazionale da quando arrivò al potere cinque anni fa. Rajoy ha dalla sua l’esplosione della disoccupazione (il 17,4% ossia il doppio della media Ue) e la contrarietà della maggior parte degli spagnoli all’aborto libero per le minorenni.
fonte

Certo che ElPaise fa bene a preoccuparsi per noi!
per la "deriva autoritaria" di Silvio, delle sue "Veline", della foto del pene di Topolanek
ma sapete una cosa?
Io continuo a pensare che non farei mai cambio con loro!

OLE'



giovedì 4 giugno 2009

Video Franceschini 2 - Togliere le parole di bocca

Il PD danneggiato dalla campagna di gossip

Franceschini ha affermato che il Pd è stato danneggiato da una campagna elettorale incentrata sul “gossip” Penso che in questa campagna ci sia stata molta cattiveria. Poi si è inserita la vicenda personale del presidente del Consiglio, sui cui io non dirò una parola, perché a me interessa contrastare il governo su argomenti che interessano gli italiani. Oltretutto non traiamo nemmeno vantaggio dal gossip
Danneggiati dalla campagna gossip?!
ma se l’hanno cavalcata.

Mai detto una parola sulle vicende private de Presidente del Consiglio?
24 mag 2009 ... Il Tempo - Caso Letizia, Franceschini: "Berlusconi chiarisca"
27 mag 2009 ... (ANSA) - 'Fareste educare i vostri figli a un uomo come Silvio Berlusconi?'
AGI News On - FRANCESCHINI; BERLUSCONI HA DOVERE DI DIRE VERITA'

Credo che Pannella abbia colpito nel segno...
Togliere le parole di bocca!


mercoledì 3 giugno 2009

Terapia del dolore, morfina in farmacia con la ricetta grazie al centrodestra


Chi ha la sfortuna di sapere le difficoltà che si incontrano per applicare una terapia del dolore a base di morfina sarà sollevato nel sapere che un decreto del viceministro Fazio liberalizza la vendita delle medicine che alleviano le sofferenze dei malati.

Basterà una ricetta comune, di quelle usate per un anticoncezionale o una pomata, per avere la morfina in farmacia. Cade dunque una delle barriere burocratiche che ostacolavano la prescrizione di antidolorifici, settore dove l’Italia è relegata agli ultimi posti della classifica europea. Un decreto ministeriale alla firma del viceministro al Welfare Ferruccio Fazio prevede infatti che gli oppiacei possano essere consegnati a chi li richiede non più dietro presentazione di una ricetta speciale, a triplo ricalco, che oltretutto il medico aveva difficoltà a procurarsi, ma come qualsiasi altro medicinale. La regola vale per cerotti e pasticche, e per ogni dosaggio, rendendo meno penosa la ricerca da parte delle famiglie con malati terminali.


La burocrazia impediva il commercio della morfina, impediva la prescrizione e la vendita della morfina in farmacia, come degli antidolorifici, che in Italia erano barrierati, a differenza del resto d’Europa.
Il provvedimento è stato preso in aiuto alle terapie per malati terminali, che hanno periodicamente la necessità che sia loro garantita la dose di medicinale necessaria.
La liberalizzazione della morfina rientra in un piano europeo che designa un cambiamento radicale nell’atteggiamento verso la gestione del commercio dei farmaci.


Grande soddisfazione degli esperti del settore
La liberalizzazione della morfina è una svolta epocale, un atto di grande coraggio. Abbiamo dimostrato che col nuovo sistema non c’è rischio di abuso e di spaccio. In base alla letteratura internazionale le possibilità che la morfina destinata ai malati di tumore imbocchi altre strade sono pari allo 0,3%

Complimenti a Fazio e al Governo che in un periodo di "propaganda" e di "livore" promuove un decredo che semplifica la vita in modo concreto.
Fatti, non chiacchiere.

Video FRANCESCHINI - Alta moralità

Elezioni EUROPEE 2009 - PD chiede i voti, ma per sedersi dove?


Domanda: Qualcuno è riuscito a sapere come si posizioneranno i parlamentari europei del PD nel Parlamento Europeo?
provate a capirlo dal loro sito.

I giornalisti (e per fortuna che dicono che in Italia non c'è libertà di informazione) non hanno MAI OSATO di fare la domanda diretta: DOVE SI SIEDERANNO I NUOVI PARLAMENTARI DEL PD IN EUROPA?
Perchè non l'hanno mai fatto?
E' stato chiesto il silenzio per la paura di sapere che molti dall'amato PPE passa al concorrente PSE?
Non sarebbe diverso se uno in Italia passasse dal PD al PDL o viceversa.

Secondo le dichiarazioni di un blogger, emigrato da una vita a Londra, ci sarebbe addirittura da parte del PD dell'utilizzo proprio dei CONSOLATI, questo sarebbe molto ma molto grave, almeno tanto grave come l'eventuale utilizzo del Premier degli aerei di stato per trasportare i propri ospiti in Sardegna.
L'immagine del volantino in testa.

Giornalisti: PRIVACY E CODICE DEONTOLOGICO


ATTIVITA’ GIORNALISTICA e PRIVACY: CODICE DEONTOLOGICO

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1. Al fine di tutelarne la personalità, il giornalista non pubblica i nomi dei minori coinvolti in fatti di cronaca, né fornisce particolari in grado di condurre alla loro identificazione.
2. La tutela della personalità del minore si estende, tenuto conto della qualità della notizia e delle sue componenti, ai fatti che non siano specificamente reati.
3. Il diritto del minore alla riservatezza deve essere sempre considerato come primario rispetto al diritto di critica e di cronaca; qualora, tuttavia, per motivi di rilevante interesse pubblico e fermo restando i limiti di legge, il giornalista decida di diffondere notizie o immagini riguardanti minori, dovrà farsi carico della responsabilità di valutare se la pubblicazione sia davvero nell'interesse oggettivo del minore, secondo i princìpi e i limiti stabiliti dalla «Carta di Treviso».

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2. Salvo rilevanti motivi di interesse pubblico o comprovati fini di giustizia e di polizia, il giornalista non riprende né produce immagini e foto di persone in stato di detenzione senza il consenso dell'interessato.
3. Le persone non possono essere presentate con ferri o manette ai polsi, salvo che ciò sia necessario per segnalare abusi.

Articolo 9 -
Tutela del diritto alla non discriminazione
1. Nell'esercitare il diritto-dovere di cronaca, il giornalista è tenuto a rispettare il diritto della persona alla non discriminazione per razza, religione, opinioni politiche, sesso, condizioni personali, fisiche o mentali.

Articolo 10 -
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2. La pubblicazione è ammessa nell'ambito del perseguimento dell'essenzialità dell'informazione e sempre nel rispetto della dignità della persona se questa riveste una posizione di particolare rilevanza sociale o pubblica.

Articolo 11 -
Tutela della sfera sessuale della persona
1. Il giornalista si astiene dalla descrizione di abitudini sessuali riferite ad una determinata persona, identificata o identificabile.
2. La pubblicazione è ammessa nell'ambito del perseguimento dell'essenzialità dell'informazione e nel rispetto della dignità della persona se questa riveste una posizione di particolare rilevanza sociale o pubblica.

Articolo 12 -
Tutela del diritto di cronaca nei procedimenti penali
1. Al trattamento dei dati relativi a procedimenti penali non si applica il limite previsto dall'art. 24 della legge n. 675 del 1996.
2. Il trattamento di dati personali idonei a rivelare provvedimenti di cui all'art. 686, commi 1, lettere a) e d), 2 e 3, del codice di procedura penale è ammesso nell'esercizio del diritto di cronaca, secondo i princìpi di cui all'art. 5.

Articolo 13 -
Ambito di applicazione, sanzioni disciplinari
1. Le presenti norme si applicano ai giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti e a chiunque altro, anche occasionalmente, eserciti attività pubblicistica.
Le sanzioni disciplinari, di cui al titolo III della legge n. 69 del 1963, si applicano solo ai soggetti iscritti all'albo dei giornalisti, negli elenchi o nel registro.


Fonte

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Una piccola riflessione
Se il comportamento di un giornalista va contro al codice che salvaguardia questa professione, che succede?

Alberto Castagna fu RADIATO per aver intervistato 2 bambini.

Pippo Baudo RADIATO per aver fatto pubblicità (strano).
Renato Farina vice direttore di Libero: RADIATO .
Lorenzo Croce nel 1993, RADIATO per aver pubblicato una falsa intervista a craxi.

Ammesso e non concesso che tutti in questi casi vi sia una giusta applicazione del "codice" e delle relative pene, i giornalisti protagonisti delle ultime perle di informazione:
-Noemi
-Gino ( intervista a gettoni)
-Laura Drzewicka (50000 motivi per dirvi ciò che volete)
-Foto del Harem di Silvio!

secondo voi vanno ad infrangere qualche articolo?
IO credo proprio di si!

Ancora DUE pesi DUE misure.