domenica 28 giugno 2009

Le scomode verità del grande regista di “Katyn”


Sarebbe consigliato andare a vedere un film uscito in Italia da pochi mesi: Katyn, del regista polacco Andrzey Wajda. In verità non è facilissimo perchè in Italia è infatti uscito in sole 12 copie quasi per una sorta di boicottaggio culturale. E così nella nostra Italia, dove qualsiasi spazzatura può essere trasmessa, l'unico film che di fatto viene censurato è un'autentica testimonianza di una "grossa fetta di storia" che qualcuno vorrebbe ancora far passare sotto silenzio. Katyn in qausi 117 minuti intensi, trepidanti, drammatici, quasi un pugno nello stomaco, ha evidenziato, senza distorsioni, la follia ideologica dei due totalitarismi del '900: il socialcomunismo staliniano e il nazionalsocialismo hitleriano. Wajda rievoca la strage di 22000 ufficiali dell'esercito polacco (fra cui suo padre) uccisi dalla polizia sovietica il 5 marzo 1940 nella foresta di Katyn, in Russia. L'occidente fu silente, incapace di denunciare la responsabilità di Stalin, divenuto nel frattempo un indispensabile alleato contro la Germania nazista. Solo nel 1992 il presidente russo Eltsin, consegnando alla Polonia i documenti che attestavano la piena responsabilità sovietica nel massacro di Katyn disse: "Perdonateci, se potete". Con Katyn il regista polacco ha rinnovato in patria il dolore di un intero popolo narrando con stile secco ed incalzante una tragedia storica che ha segnato il suo paese per decenni. Nel film si vedono militari sovietici e nazisti che, in nome di un'ideologia, furono pronti a qualsiasi crimine. In mezzo gli ufficiali polacchi, soldati d'altri tempi, come dei cavalieri medioevali, legati alla divisa, all'identità, alla patria cattolica, alla lealtà militare, speranzosi di farcela nonostante tutto anche se alla fine furono sacrificati. Katyn un anno fa fu candidato all'Oscar quale miglior film straniero ed è anche la testimonianza di un popolo orgoglioso delle proprie radici e saldo nella propria fede, con i miltari polacchi che vanno incontro alla morte a testa alta e recitando il Padre Nostro mentre uomini stravolti da odio e ideologia li ammazzano come bestie.

Queste sono due domande rivolte al regista:


Ci risulta, però, che l’opera abbia avuto qualche “problema di circolazione”. È vero?

Guardi, in Polonia ha avuto oltre tre milioni di spettatori, posso dire di essere soddisfatto. Del resto era un’opera che la gente aspettava da sessant’anni. Il problema è che i diritti per la distribuzione all’estero sono stati assegnati alla televisione di Stato polacca, che non ha fatto nulla perché il film avesse una circolazione dignitosa: lo ritengono un film scomodo e non hanno voluto spingerlo. Pensi che nel rapporto della Televisione Polacca sulla società New Media Di-stribution, l’azienda che deve distribuire il film contemporaneamente sia in Russia sia negli Stati Uniti, ho visto una nota a margine scritta a mano che informa che «l’iniziativa potrà fallire per ragioni politiche». Tanti infatti hanno interesse a che il film non venga proiettato, e in molti paesi ci sono distributori che lo hanno acquistato per non farlo vedere. Viene mostrato solo in circuiti ristretti, nei cinema d’essai o in rassegne per un pubblico selezionato. Così si fa in modo che non incida, che non abbia un vero rilievo nella mentalità comune. Il caso più clamoroso, comunque, è quello della Russia.

Per quali ragioni?

Perché in Russia, ancora oggi, Stalin è amato. Compare ancora in cima alle classifiche dei personaggi più popolari. Si sa che ha ucciso decine di milioni di persone, eppure molti russi ritengono ancora che lo abbia fatto per il bene del suo paese. Il massacro degli ufficiali polacchi a Katyn, invece, è un crimine senza giustificazioni, che ha infranto tutte le convenzioni di guerra, e quindi qualcuno non vuole che venga ricordato. Pensi che gli organizzatori della Settimana del cinema polacco, in Ucraina, a Kiev e Charków (mi stava a cuore soprattutto questa proiezione, perché proprio in quella città fu ucciso mio padre nella primavera del 1940 e là è sepolto), si sono visti recapitare una una lettera della Televisione Polacca di questo tenore: «Telewizja Polska – l’unico e solo titolare dei diritti di distribuzione del film – non è a conoscenza di NESSUNA proiezione di Katyn in programma per la Settimana del cinema polacco in Ucraina. Per favore, abbiate la cortesia di ritirare il titolo dalle vostre programmazioni, e di comunicarci nome e contatti della persona o dell’organizzazione che vi ha fornito i diritti per la proiezione». Un tono piuttosto minaccioso, non le pare?


per chi ne volesse sapere di più.

1 commento:

  1. Hitler e Stalin corresponsabili nello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. A equiparare il ruolo svolto da nazisti e Unione Sovietica e' una risoluzione adottata dall'assemblea dell'Osce, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Fortemente criticata da Mosca, la stessa risoluzione richiede inoltre che il 23 agosto venga proclamato giorno del ricordo delle vittime di nazismo e stalinismo. E' infatti in quella data che nel 1939 i ministri degli esteri di Germania e Unione Sovietica, Joachim von Ribbentrop e Vjaceslav Molotov, si accordarono segretamente per un attacco a tenaglia contro la Polonia. Proprio in seguito a questo patto, l'Armata rossa ebbe da allora mano libera per attaccare e annettere Ucraina, Bielorussia, Estonia e Lituania.

    corriere.it

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