giovedì 16 luglio 2009

Il sacrificio di Kabul






E' forse troppo facile parlare di guerra e dei relativi morti stando davanti ad un pc. Mi sento quasi in imbarazzo e non ho sicuramente la ricetta per risolvere i problemi del mondo. Voglio però fare qualche pensiero "a voce alta" perchè credo che i morti che negli ultimi anni l'Italia e gli altri stati stanno subendo nelle guerre mediorientali non siano morti inutili e mi piacerebbe che i nostri soldati che combattono in queste terre straniere sentano la vicinanza della nazione. Non stanno combattendo una guerra "diplomatica" per lo sfizio di qualche potente che ha deciso di conquistare un territorio ma stanno combattendo, e muoiono per questo, per noi e per i nostri figli. Mi è capitato di leggere che la bomba che ha ucciso il maggiore Alessandro Di Lisio era di fabbricazione iraniana. Significa che Ahmadinejad sta aiutando i SUOI nemici talebani per combattere l'occidente infedele. Praticamente stanno facendo fronte comune i due fondamentalismi isalmici (sciiti e sunniti) uniti con quell'unico intento che è quello di destabilizzare l'area mediorientale e poter da lì proseguire la loro conquista ideologica e violenta. In occidente ci sia augura che questo ovviamente non accada e che infiltrazioni della temuta Al Qaeda non si collochino in stati come il Pakistan per esempio. Io sinceramente non sarei molto tranquillo che certe fanatiche persone abbiano la possibilità di poter premere un bottone con scritto su "bomba atomica". Spero quindi che i nostri militari aiutino l'Afghanistan in agosto ad avere elezioni libere e democratiche e che siano un ulteriore passo verso la stabilizzazione di quell'area geografica creando qualche crepa nei regimi teocratici-dittatoriali e qualche spiraglio di libertà. Ecco perchè voglio considerare i caduti di questa guerra come eroi, perchè stanno combattendo per noi. So che può sembrare una crudeltà ma proviamo a pensare a quanti morti hanno avuto gli americani e gli inglesi per salvarci dal nazismo..... sono state morti inutili quelle? io credo di no.
Si potrà poi dicutere di regole d'ingaggio, di morti civili, di colpe americane e ben venga il confronto nella vita politica e pubblica. Ma prima di tutto onore e rispetto a questi ragazzi che sono là, per noi, a rischiare la vita.

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