mercoledì 1 luglio 2009

L'occidente prigioniero




Basta! L'Italia, L'Europa, la Croce Rossa, l'ONU continuanuano a tacere vergognosamente sul caso Gilad Shalit, il soldato israeliano, con passaporto francese, rapito da Hamas in territorio israeliano quando doveva ancora compiere 20 anni. Fu rapito nel 2006 quando Gaza era stata evacuata dai coloni ebraici (e tutti ci ricordiamo le immagini) e riconsegnata da poco ai palestinesi. Era quindi diventato un territorio palestinese libero, sottomesso però per loro libera scelta alla dittatura di Hamas che, invece di sfruttare gli enormi aiuti internazionali (soprattutto europei) per rilanciare economicamente e socialmente il territorio sottraendolo alla miseria, utilizza questi fondi per dotarsi di razzi kassam (con cui bombardano le città israeliane) e costruire tunnel sotterranei per contrabbandare armi ed esplosivi. Così il 25 giugno di tre anni fa dei terroristi di Hamas partiti da Gaza sbucarono da un sotterraneo, uccisero 2 soldati israeliani, ne ferirono quattro e rapirono Gilad. Questa è la storia come cronaca. Ma quello che veramente colpisce è che noi italiani, europei ed occidentali, che ci riteniamo paladini dei diritti fondamentali dell'uomo, che accogliamo tutte le vittime (vere e presunte) delle dittature e delle guerre ci prostriamo all'ideologia dei nazi-islamici. In Italia addirittura, a Pescara, ospititiamo i giochi del Mediterraneo con la partecipazione di tutti quegli stati arabi ed islamici che sventolano senza tanti scrupoli il loro desiderio di vedere annientato lo stato d'Israele.
Israele favorisce lo scambio dei corpi senza vita dei suoi connazionali con il rilascio di pericolosi terroristi pur di dare una degna sepoltura alle loro vittime e salutarli almeno "spiritualmente". Probabilmente accadrà così anche per Gilad... e noi, custodi della democrazia..... osserviamo.
E' da applaudire la scelta del sindaco "fascista" Gianni Alemanno che ha concesso la cittadinanza onoraria a Gilad affermando che "Roma ha un cittadino in più, un cittadino prigioniero".
La speranza è che al prossimo G8 ed all'interno delle stanze delle istituzione europee (visto anche il passaporto di Gilad) si prendano a cuore simbolicamente le sorti di questo soldato evitando questa continua sudditanza ideologica, e difendendo quelli che devono essere diritti inialienabili: vivere e vivere liberi.

2 commenti:

  1. Riportiamo dalla STAMPA del 02/07/2009 l'intervista di Emanuele Novazio a Noam Shalit dal titolo "L’Italia mi aiuti a liberare mio figlio".

    Signor Noam Shalit, come si immagina oggi suo figlio Ghilad?
    «Me l’immagino chiuso in qualche posto sotterraneo, senza finestre, al buio».
    Lei lo ha sentito al telefono una sola volta, due anni fa. Cosa le ha comunicato la sua voce in quel momento?
    «Nessuna sofferenza, piuttosto molta cautela: non voleva mi arrivassero emozioni che potessero tradire il suo stato d’animo. Mi ha chiesto aiuto, mi ha detto di chiedere aiuto al governo israeliano perché facesse di tutto per liberarlo».
    Khalid Meshaal, il leader di Hamas che lo tiene prigioniero, ha detto l’altro giorno: «Israele deve accettare uno scambio serio di prigionieri o il soldato Shalit farà la fine degli altri soldati israliani scomparsi». Che effetto le hanno fatto queste dichiarazioni?
    «In questi anni Hamas ha scatenato una vera guerra psicologica, continui annunci di rilascio e subito dopo le smentite: la settimana scorsa un portavoce è arrivato a dire che non sono sicuri che Ghilad sia ancora vivo. Vogliono mettere la famiglia e l’opinione pubblica contro il governo».
    Ci riescono? Pensa che i governi israeliani abbiano fatto tutto il possibile per liberare suo figlio?
    «No, di sicuro non quello precedente, non ho dubbi. Netanyahu spero faccia di meglio, anche se per il momento non è successo niente. Però un mese fa ha nominato un coordinatore incaricato di seguire i negoziati, un ex alto ufficiale del Mossad. Mi pare un uomo molto determinato, ma lo si giudicherà dai risultati: io e la mia famiglia guardiamo soltanto ai risultati, non ci interessano le dichiarazioni».
    Pensa che sia giusto liberare, in cambio di suo figlio, centinaia di palestinesi imprigionati per atti di terrorismo ai danni di Israele?
    «Non è giusto probabilmente, ma credo che non ci siano alternative».
    Anche se le stesse persone potrebbero rappresentare di nuovo un pericolo per Israele?
    «Ghilad non è andato a Gaza per un picnic o per affari. E’ andato perchè ce l’ha mandato il governo, e il governo deve fare quel che serve per ottenere il suo rilascio. E deve fare in modo che i terroristi non tornino a fare i terroristi».
    La vicenda di suo figlio mescola ragion di Stato e dramma famigliare. E’ difficile essere padre e patriota?
    «Non sono un patriota, sono solo un padre. Ho servito il mio Paese nell’esercito e lo stesso hanno fatto mia moglie e i miei due figli. Mia figlia partirà per il servizio militare il mese prossimo. Abbiamo pagato prezzo pieno».
    Da oggi suo figlio è anche cittadino italiano, oltre che israeliano e francese. Pensa che questa nuova appartenenza europea possa aiutare la sua liberazione?
    «La concessione della cittadinanza di Roma da parte del sindaco Gianni Alemanno è un segnale molto forte. Hamas vuole essere riconosciuta dalla comunità internazionale: non potrà ignorare che dietro Ghilad c’è anche l’Europa. L’Europa non dimentichi però che Hamas non tiene prigioniero soltanto mio figlio ma anche centinaia di migliaia di palestinesi innocenti. Anche loro devono essere liberati da questo incubo. Nella Striscia di Gaza la popolazione civile è in ostaggio di Hamas».
    Come vi siete salutati, lei e suo figlio, tre anni fa?
    «Era il 21 giugno del 2006, un mercoledì sera, l’ultima della sua licenza. Guardava una partita dei Mondiali di calcio, era molto concentrato sulla televisione, non ci siamo detti niente di particolare. La mattina sono uscito molto presto, Ghilad dormiva ancora».

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  2. Diciamo che se le trattative fossero davvero al termine sarebbe una buona notizia!
    Ma io mi domando, a che prezzo?
    è possibile che per liberare un soldato israeliano, si debba aprire le galere per 1000 terroristi di hamas?
    Questo, mi chiedo ancora, non è un prezzo troppo alto da pagare?


    "...Le trattative che sono in fase di conclusone, scrive il giornale, prevedono che non appena Shalit sarà arrivato in Egitto, scortato dai servizi egiziani, Israele libererà 150 detenuti palestinesi. Una seconda fase prevede che altri 450 detenuti siano liberati ed infine un'ultima fase comporterebbe la liberazione di altri 400 palestinesi, fino ad un totale di 1000 detenuti..."
    http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2009/06/23/1039721-trattative_shalit_sono_quasi_concluse.shtml

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